DUE GIUGNO, IL TRIONFO DI UN PICCOLO, GRANDE ITALIANO
Rivista "Ieri e Oggi"
a cura dell'Istituto Sociale di Torino - 2 giugno 2004
“Dove tragga, un uomo così esile e sottile, la forza ed il vigore di suonare mostri sacri come i Concerti di Mozart, Ciaikovskij e Rachmaninov, tre brani di tale difficoltà da non essere mai stati suonati in occasione di uno stesso concerto, è un mistero che forse può trovare risposta solo nella Passione. Una Passione con la P maiuscola non a caso, perchè quello di Emilio Aversano per la musica classica "estrema" è un folle amore che gli consente di fare, con le mani, non semplicemente concerti indimenticabili, ma puro Paradiso in musica.
Con quelle lunghe ed agili dita che neppure l'osservatore più attento riesce a scorgere mentre volano sull'elegante bianconero della tastiera del Gran Coda del Conservatorio di Torino, alternate, quasi indecise, fra il lieve, sapiente e carezzevole tocco che si riserva solo all'oggetto del proprio Amore, ed il vigoroso, passionale abbattersi sui tasti nel tentativo -riuscitissimo- di trasmettere all'Auditorium il medesimo fuoco che brucia dentro di sè, Aversano non suona le note, le crea. (...) Senza dubbio un grande aiuto lo dà la collaborazione della Filarmonica di Bacau, magistralmente diretta da Ovidiu Balan (...). Immaginare il pianoforte di Aversano senza l'accompagnamento della Filarmonica di Bacau è come pensare di assistere al sorgere del sole dalle montagne non innevate: uno spettacolo della Natura incomparabile, ma impercettibilmente incompleto."