LA FOLLE CORSA SULLE NOTE DEL FILOSOFO DELLA TASTIERA
di Gianluca Bauzano
Sette - 7 febbraio 2014
Il solista partenopeo e i suoi “percorsi dell’anima”. All’ombra dei templi di Paestum sono nate le maratone pianistiche di Emilio Aversano, alla costante ricerca della perfezione nell’arte.
Sotto le volte della casa-studio del ‘200 affacciata sul mare di Tropea – dove trascorre parte dell’anno – non è il suono delle onde a riecheggiare, e forse nemmeno quello dei grandi concerti per pianoforte e orchestra che studia senza sosta. Piuttosto l’eco lontana dei passi veloci della mitica corsa di Filippide da Maratona verso Atene. Evocazioni romantiche, direte. Anche. Piuttosto la molla che ha trasformato un progetto, all’apparenza irrealizzabile nel tramite per il successo internazionale del pianista partenopeo Emilio Aversano: eseguire in un’unica serata partiture del repertorio pianistico con orchestra. Per intenderci, dal concerto K488 di Mozart al Primo di Ciaikovskij, passando per Schumann, Rachmaninov e Liszt. Follia pura o atletismo della tastiera? “Una gara? Scherza? Un percorso dell’anima”, dice Aversano. Se innegabile è lo sforzo mnemonico e la padronanza della tecnica, si tratta di “un atto di amore verso la musica e la vita”. Volontà, impegno e anche sofferenza verso una libertà di espressione. L’arte nell’accezione più alta del termine, tecnica come purezza del suono”.
Da Omero a Beethoven. Salernitano di nascita, formazione classica – una laurea in lettere moderne nell’ateneo della sua città – formatosi artisticamente con Aldo Ciccolini, pluripremiato in concorsi internazionali, Aversano è cresciuto all’ombra dei templi di Paestum. “Divinità antiche, sotto le loro memorie ho maturato il mio progetto, pensando alla forza morale di un uomo come Filippide (l’eroe di Maratona, n.d.r.), al suo impegno etico. La musica deve significare questo, Armonia e impegno etico”. L’artista partenopeo lo ha confermato nel dicembre scorso con la sua ennesima (la prima fu nel 2002) e trionfale Maratona al Conservatorio di Milano, ospite per la terza volta con il suo progetto di Serate Musicali, invitato da Hans Fazzari, loro eclettico presidente. In apnea il pubblico mentre ascoltava senza (o quasi) soluzione di continuità eseguire capolavori di Mozart, Schumann e Ciaikovskij oltre la trascrizione per orchestra (Liszt – Schubert) della Fantasia Wanderer. Sul podio Robert Gutter alla guida della Filarmonica di Bacau. “Ho da anni un ottimo rapporto con questa storica compagine romena”, dice il pianista. “Le mie Maratone hanno preso corpo grazie al rapporto pluriennale con Ovidiu Balan (direttore artistico della compagine, n.d.r.) mi ha svelato come creare quei delicati equilibri tra orchestra e solista”. Le Serate Musicali, durante la stagione in corso, vorrebbero replicare sempre a Milano l’ ”effetto Maratona”, ma con formula nuova. “Un incontro poetico-musicale con Omero e Shakespeare, con la filosofia di Platone e Kant, attraverso tre Sonate per pianoforte di Beethoven”; Monaco di Baviera, Salerno, Cosenza e, in autunno, Vienna, Berlino e Salonicco, invece, ospiteranno le Maratone aversaniane nella “tradizionale” versione. Ma Aversano non vuole solo correre sulla tastiera emulo di Filippide. “Ho cattedra dal 1997 al Conservatorio di Vibo Valentia e cerco di trasmettere ai miei allievi (cita per capacità la dodicenne Agnese Durante e il ventenne Stefano Barbieri n.d.r.) il desiderio di una costante ricerca di un suono classico, ma espressione di massima libertà interpretativa. Equilibrio oggi raro a trovarsi. Un ritorno al futuro dell’arte pianistica”.